Una vostra collega (o un vostro collega?) mi ha ricordato tramite un commento di inserire sul blog lo schemino che riassume le caratteristiche delle diverse civiltà mediali. Lo trovate a questo link ma per la prova intermedia possono bastare i concetti espressi nelle prime due colonne, vale a dire quelle relative alla civiltà orale e chirografica, ok? Vorrei sottolineare che queste caratteristiche, estrapolate sostanzialmente dagli studi di Walter Ong ed Eric Havelock, non si esauriscono con il passaggio da una fase all’altra ma permangono e si ripresentano magari a distanza di millenni.
Nella scrittura giornalistica, per esempio, troviamo diversi tratti distintitivi della civiltà orale: la ridondanza, l’incisività del lessico ed il ricorso all’iperbole, la struttura agonistica del racconto… Si scrive cioè con uno stile finalizzato, in qualche modo, a incidere nella memoria di chi legge, come avveniva prima della nascita della scrittura. Un’altra bella lettura al riguardo, anche se centrata più sull’estetica che non sulla lingustica, è “Remediation”: un volume di D. Bolter e R. Grusin, (Guerini e associati editore 2002) che suggerisce un’idea fluida della nostra storia mediale, evidenziando le relazioni fra i media di epoche diverse (la televisione che “copia” la propria estetica dal teatro, internet che “copia” dalla carta stampata… e poi, invertendo il senso della storia, la carta stampata che “copia” da internet).
Come dire: nulla si crea e nulla si distrugge, fra le diverse civiltà della comunicazione non esistono degli steccati troppo definiti, la storia è fluida e a volte, andando avanti, si torna indietro nel tempo, si ritorna al futuro…
grazie prof. che tempestività!
Dovere…